L’apertura di una farmacia privata offre importanti opportunità commerciali, specie ora che l’attenzione dei cittadini è così focalizzata sui temi legati a salute e benessere a seguito della pandemia.
Il farmacista titolare deve però sostenere importanti costi per aprire la farmacia: vediamo quali.
Costo licenza
La distribuzione delle farmacie sul territorio nazionale è regolata dallo Stato e nello specifico dal Decreto Legge 24 gennaio 2012 n°1 “Disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività”.
L’Articolo 11 è stato creato con l’intenzione di potenziare la presenza dei presidi farmaceutici e rendere più facile l’accesso alla titolarità di questi esercizi.
In virtù di ciò, al comma 1 si stabilisce il numero delle farmacie in un Comune in funzione del numero di abitanti presenti, aumentando questo rapporto rispetto alle normative precedenti a una ogni 3.300 abitanti.
L’Articolo 11 decreta anche che “La popolazione eccedente […] consente l'apertura di una ulteriore farmacia, qualora sia superiore al 50 per cento del parametro stesso”.
Il comma 2, invece, introduce la possibilità di aprire ulteriori farmacie, entro il limite del 5% del totale, in stazioni ferroviarie, aeroporti, porti, aree di sosta autostradali con servizi alberghieri o di ristorazione e centri commerciali.
Al termine di ogni anno, viene revisionato il numero di farmacie in funzione dei dati ISTAT sulla popolazione.
Di conseguenza possono venire creati nuovi posti per l’apertura di una farmacia e quindi vengono indetti concorsi per farmacisti che permettono di acquistare le nuove licenze disponibili e ottenere la titolarità di un esercizio.
Il costo di una licenza non è fisso, dipende dalla posizione del sito messo a disposizione dal Comune: chiaramente una locazione più centrale e con maggiore traffico genererà un valore maggiore per il farmacista, e sarà più cara.
In media la cifra ammonta a 300mila euro, ma in posizioni altamente strategiche può raggiungere i milioni di euro.
Alternativamente, si può acquistare una licenza da un altro farmacista nel momento in cui si rileva o si ottiene in gestione la sua attività già avviata.
Costi locali e attrezzature
La licenza, però, non copre i costi del locale, solo dell’area che il farmacista può presidiare.
È quindi necessario affittare o acquistare l’immobile, e questa è senza dubbio la maggiore voce di costo che il farmacista deve sostenere: vale lo stesso discorso fatto per la licenza, maggiore sarà il valore strategico della posizione scelta, maggiore sarà il prezzo da pagare.
Per esempio, a Milano il prezzo medio per un locale commerciale è di 2.900 euro/m2 per l’acquisto e 28,6 euro/m2 per l’affitto mensile, ma in zone come Brera la prima cifra può superare i 6mila euro e la seconda avvicinarsi ai 40.
Può essere quindi utile ricorrere a finanziamenti per riuscire a gestire più facilmente i costi iniziali.
Altra importante voce di costo è quella relativa ai beni mobili, aspetto che conduce a due ordini differenti di considerazioni.
Da una parte gli aspetti strettamente pratici, cioè tutto ciò che è imprescindibile per gestire la farmacia.
Bancone, registratore di cassa, POS, computer, scanner per codici a barre e tessere sanitarie, software gestionale, congelatori per i farmaci che devono essere conservati a specifiche temperature, mobili per i prodotti non direttamente accessibili al pubblico, scaffali e mensole espositivi, e sistemi di illuminazione sono il minimo necessario.
Se si desidera posizionarsi anche come farmacia dei servizi, sono necessari ulteriori strumenti ed equipaggiamenti per poter erogare i trattamenti che si vogliono offrire.
Dall’altra parte ci sono gli aspetti di marketing, che conducono a spese opzionali che però sono funzionali a catturare l’attenzione del consumatore e a distinguere l’attività commerciale rispetto alle altre.
Le scelte decorative, l’installazione di schermi per proiettare annunci e promozioni, l’acquisto di licenze per applicazioni mobile da mettere a disposizione dei propri clienti sono costi non necessari che però possono ripagarsi creando traffico e Customer Satisfaction aggiuntivi.
Costi farmacisti collaboratori
Ci sono numerose attività che devono essere svolte quotidianamente nella farmacia e che il farmacista, da solo, non può gestire efficacemente.
Soprattutto nei punti ad alto traffico, è inevitabile che abbia bisogno di almeno un altro farmacista collaboratore, che non solo si occupi degli aspetti operativi, ma che riesca anche a offrire lo stesso valore consulenziale e assistenziale del titolare.
Se non si sceglie l’opzione di farlo diventare socio e quindi condividere costi e guadagni, sarà necessario un’adeguata remunerazione.
Secondo le tabelle retributive del CCNL Farmacie private urbane e rurali, lo stipendio di un farmacista collaboratore:
- Va da 1.273,35 euro per il livello 6 a 2.255,40 euro per il livello 1 Super nelle farmacie urbane;
- Va da 1.243,19 euro per il livello 6 a 2.192,24 euro per il livello 1 Super nelle farmacie rurali.
Queste cifre comprendono paga base, indennità di contingenza e altri elementi, a cui si deve aggiungere il versamento annuale per la previdenza dell’Ordine dei Farmacisti, la cui cifra viene adeguata ogni anno ed è circa di 4.800 euro.
Non è insolito nelle attività più grandi avere anche collaboratori che si dedicano a un’area specifica, come per esempio quella della cosmetica, così da fornire un’assistenza specializzata.
Bisogna anche tenere conto dei costi immateriali legati al tempo speso per la selezione del personale e la loro formazione.
Consigli per l'apertura
Il Sistema Sanitario Nazionale odierno ha spostato una parte significativa della sua attenzione alla farmacia nell’ottica di essere sempre più vicino ai cittadini sfruttando la presenza capillare di queste attività.
È indubbio che negli ultimi anni ci sia stata la ridefinizione della figura del farmacista sotto un profilo sempre più consulenziale e l’ampliamento dei servizi che può offrire nel suo punto vendita, tra cui i vaccini e i tamponi che sono ormai al centro della nostra vita quotidiana.
Contemporaneamente, si sono verificati importanti cambiamenti sul mercato: la nascita delle catene di farmacie e parafarmacie, mentre è stata liberalizzata la vendita online di farmaci SOP e OTC.
Il farmacista, quindi, deve fronteggiare nuovi concorrenti in un mercato che tutt’ora continua a evolversi.
Fermo restando che voglia conservare la sua indipendenza il farmacista deve adeguare i suoi modelli di business a questo nuovo contesto.
Il digitale è senza dubbio uno dei suoi migliori alleati, perché gli permette di efficientare operatività e comunicazione, aumentando così la produttività, la qualità del servizio e il bacino d’utenza:
- Il sito web per la farmacia aiuta a farsi conoscere e a intercettare i bisogni di potenziali acquirenti in ambito locale;
- L’app per la farmacia consente di rimanere sempre in contatto con il cliente, fornirgli servizi aggiuntivi e organizzare meglio la gestione dei servizi;
- L’eCommerce per la farmacia permette di raggiungere un mercato nazionale e aumentare le occasioni di vendita.
Farmakom supporta il farmacista nella digitalizzazione della sua attività, offrendo soluzioni per migliorare il suo presidio sia del canale fisico che di quello digitale.
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