La digitalizzazione cerca di offrire alle persone sempre nuovi strumenti per rendere più semplici e immediate le loro attività quotidiane, e ciò ha innescato un profondo cambiamento nelle nostre abitudini.
Gli assistenti vocali sono solo un esempio di questo processo, ma uno dei più significativi: i progressi nel campo dell’Intelligenza Artificiale hanno permesso di utilizzare la forma più naturale di comunicazione dell’uomo, la parola parlata, per interagire con dispositivi tecnologici.
Quest’innovazione semplifica così immensamente l’accesso alla tecnologia, rendendola più immediata e universale; contemporaneamente, si accorcia sempre di più la distanza tra digitale e reale.
Sicuramente, l’integrazione degli assistenti vocali nei nostri smartphone ha permesso di creare un’importante base di utenti su cui poggiare. Secondo dati di TechCrunch riferiti al 2020, in tutto il mondo ci sono:
- Più di un miliardo di installazioni per Google Assistant con oltre 500 milioni di utenti attivi mensilmente;
- Più di 500 milioni di installazioni per Apple Siri con oltre 375 milioni di utenti attivi mensilmente;
- Più di 400 milioni di installazioni per Microsoft Cortana e Baidu DuerOS;
- Più di 200 milioni di installazioni per Amazon Alexa.
L’agenzia Juniper Research, invece, stima che entro il 2023 il valore degli acquisti eCommerce mediati da assistenti vocali raggiungerà globalmente gli 80 miliardi di dollari, a fronte di una diffusione di questa tecnologia che supererà la popolazione mondiale: i dispositivi dotati di questa funzionalità saranno 8,4 miliardi nel 2024.
Questa tecnologia, che nel corso degli ultimi anni si sta affinando sempre di più, sta facendo indubbiamente presa sulla popolazione, perfino su quella italiana, che è tradizionalmente cauta o perfino restia a adottare nuovi strumenti e abitudini.
Secondo Digital 2020, la ricerca condotta da We Are Social, in Italia lo scorso anno il 35% delle ricerche online è stato mediato da un assistente vocale.
È anche utile osservare il sotto-fenomeno degli smart speaker.
Nel 2018 debutta in Italia Alexa di Amazon e in quell’anno 75% degli italiani ha dichiarato di volere uno smart speaker; già nel 2019, il 13% degli italiani ne aveva uno, una percentuale significativa in così poco tempo su questo mercato.
Tra questi utenti, il 79% lo usava abitualmente per diversi tipi di attività, principalmente riproduzione di brani musicali (64%) e previsioni meteo (54%), ma già un significativo 12% lo impiegava per gli acquisti online. Per avere una misura di quest’ultimo fenomeno, possiamo rifarci ai dati Amazon sulle attività degli italiani su Alexa: nello specifico, nel 2020 è stata usata per 3 milioni di acquisti.
Da un punto di vista di strategia commerciale, quindi, bisogna prendere atto che gli italiani si stanno abituando sempre di più alla mediazione degli assistenti vocali nelle loro ricerche e perfino nei loro acquisti.
Adattando questa tecnologia al proprio business, si può sbloccare un canale di vendita molto immediato con cui raggiungere un ampio bacino di clienti e offrire loro un’esperienza di acquisto gratificante e coinvolgente: proprio per questo Farmakom offre al farmacista la possibilità di avere un assistente vocale integrato con la farmacia.
Grazie a un servizio unico in Italia il farmacista potrà collegare Alexa, Cortana e Google Assistant al gestionale della sua farmacia e vendere farmaci con gli assistenti vocali in modo completamente automatizzato.
Il cliente potrà svolgere tutte le azioni solo con la sua voce, dalla ricerca del catalogo all’acquisto (nel caso dell’eCommerce farmacia o parafarmacia) o alla prenotazione per il ritiro (nel caso della farmacia tradizionale), godendo di un’esperienza di acquisto innovativa.
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